sabato 20 febbraio 2021

Il linguaggio della politica a Vittoria: l'iniziativa di 5 donne per il DIALOGO

Vittoria (RG) - Il linguaggio della politica a Vittoria. È troppo duro, spesso litigioso, improntato a violenza verbale. Cinque donne vittoriesi, che fanno parte della coalizione "Piero Gurrieri sindaco" hanno lanciato una proposta alla città chiedendo di abbandonare i toni truci e le offese gratuite agli avversari, che talvolta caratterizzano il linguaggio di alcuni candidati e di avviare in città una nuova stagione del dialogo.
A lanciare la proposta sono Valentina Argentino, Rosanna Fidone, Maria Antonella Arangio Mazza Corallo, Eliana Giudice, Isabella Terranova. Sono candidate nelle due liste "5 Stelle" e "Città Libera". Eliana Giudice e Isabella Terranova sono assessori designati. Isabella Terranova si occuperà di Politiche Finanziarie, Pari Opportunità, Tutela degli animali e randagismo, Eliana Giudice di Cultura e Legalità.

Sono cinque donne fortemente impegnate nel sociale: nell'associazionismo cattolico, nelle associazioni ambientaliste ed animaliste, nella promozione del territorio, della sua enogastronomia e del turismo, nell'impegno per la legalità, nella politica attiva. Sono cinque volti e cinque storie diverse che hanno una proposta comune.

«A Vittoria c'è un problema – spiega Eliiana Giudice – c'è spesso un linguaggio violento e denigratorio nei confronti dell'avversario politico. E la denigrazione diventa più forte quando si parla di "avversaria" politica, di una donna: c'è anche un certo maschilismo". Ma dietro la violenza del linguaggio c'è probabilmente una carenza di programmi e di contenuti e di proposte per la nostra comunità. E allora lanciamo uno slogan: "CAMBIAMO FINALMENTE STILE a Vittoria!»

Isabella Terranova spiega nel dettaglio: «Discutere significa instaurare una relazione. Lo scambio dialettico arricchisce, ci dà la possibilità di creare relazioni, si riesce a comprendere il punto di vista altrui, favorendo la crescita personale. Oggi è possibile parlare senza urlare? Siamo convinte di si. Gli insegnanti educano al silenzio, all'"ascolto" dell'altro che sta esprimendo una sua opinione. In questo momento in cui ci sono urlatori e prevaricatori verbali, dobbiamo riscoprire la "sacralità del silenzio". Le urla rendono sordo il cuore e chiudono il pensiero».

Maria Antonella Arangio Mazza Corallo aggiunge: «Ciò che vogliamo proporre è un nuovo modello di città. Tessere relazioni, avere scambi di opinioni, il rispetto per l'altro sono valori essenziali. Faccio l'esempio delle degustazioni enologiche: in silenzio cogliamo le sfumature del profumo e del gusto del vino. Nel Giornale di viaggio dell'abate Paolo Balsamo egli, parlando di Vittoria, ne sottolinea l'armonia, l'accoglienza e lo stile leggiadro dei palazzi Liberty. Se volgessimo lo sguardo verso il nostro passato riscopriremmo la bellezza del nostro territorio».

Rosanna Fidone ha ricordato un'iniziativa nata nel 2017, il "Manifesto della comunicazione non ostile", che ha trovato l'adesione di ben 200 parlamentari della Repubblica. "Il manifesto nacque per la rete – spiega - ma si diffuse a tutti i settori. Tra i dieci punti del manifesto ne ricordo alcuni: "Le parole sono un ponte", "Le idee si possono discutere le persone si devono rispettare", "Gli insulti non sono argomenti". Mi chiedo: se questa iniziativa ha trovato adesioni a livello nazionale, perché non può trovarne a Vittoria?»

Valentina Argentino guarda al momento difficile della città: «Il linguaggio ostile della politica allontana i cittadini dalla vita pubblica Ma la politica non è solo urla, è fatta anche da tante persone perbene. Il nostro progetto parte dall'ascolto dei cittadini e punta su un linguaggio gentile. La litigiosità e le urla non producono nulla».

Il candidato sindaco Piero Gurrieri aggiunge: «Ho apprezzato l'iniziativa delle cinque candidate. Rosanna, Valentina, Eliana, Maria Antonella ed Isabella, con questa loro proposta, hanno dato un contributo importante. Speriamo che questo appello venga raccolto e che si inauguri a Vittoria una nuova stagione di autentico dialogo».

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