In mostra una trentina di lavori realizzati dal 2002 a oggi con tecniche miste, per lo più acrilici su multistrato.
Elisa Mandarà, nel testo critico della mostra, ha messo in evidenza come "l'intenso simbolismo presente in ogni opera" possa ricondursi "a una matrice essenzialmente autobiografica, all'esplorazione delle plaghe dell'anima, vibrante di moti minimi e massimi, del dolore e del gaudio della vita".